domenica 13 maggio 2012

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2012 NEL COMUNE DI SCAFA


Cari amici del Pensatoio di Wiliam, è giunto il momento di fare una riflessione “a freddo” sul risultato delle ultime elezioni amministrative nel Comune di Scafa. Da amministratore che si colloca al centro del centro-destra e che vanta fra le sue esigue qualità sicuramente l’obiettività, non posso pretermettere  un’analisi numerica obiettiva. L’amministrazione uscente si è divisa sul candidato Sindaco da contrapporre alla lista “Il Bene di Scafa”, capeggiata dall’insigne Avvocato Maurizio Giancola. Quest’ultima, al contrario, si è presentata alle urne in guisa compatta e coerente. E’ certo però che, esaminando i risultati, si può senza tema di smentita asserire che, nonostante il valore indiscusso della lista riconducibile al centrodestra “classico” e nonostante che la lista di Dino Marangoni non si presentasse all’appuntamento elettorale con un consuntivo brillante, il divario dei consensi ottenuti da “Il Bene di Scafa” e la somma di quelli ricevuti dalle due liste di centrosinistra, avrebbe riconfermato queste ultime. Da ciò ne possiamo arguire, a parere di chi scrive, che comunque Scafa ha un elettorato che in questo momento, come nel recente passato, predilige liste e uomini che fanno riferimento all’area politica riconducibile al partito di Bersani & C..
Ciò detto il cambiamento ha avuto la meglio, considerando lo spessore indiscusso e l’onorabilità di un Sindaco uscente (persona rispettabile, cordiale ed onesta, con una lista composta da persone d’esperienza) ed uno spin-off dell’amministrazione uscente (giovane imprenditore di razza, caparbio, capace e concreto, con un consenso personale ritengo in assoluto maggioritario).
In fin della fiera, ad urne riposte, possiamo dare con serenità il benvenuto ad un gruppo di uomini che ha da sempre dimostrato amore ed attenzione per il territorio scafese, sempre attento alle sue vicende e propositivo dal punto di vista politico.
Appunto per questo ultimo aspetto, auspico che sia la maggioranza, sia gli uomini che oggi rappresentano la minoranza in Consiglio Comunale, non abbassino la guardia sul problema che oggi secondo il mio punto di vista rappresenta un nodo focale del territorio di Scafa e di tutta la media Val Pescara: il cementificio e l’utilizzo dei CDR per alimentare l’altoforno.
 E’ ormai giunta l’ora dello showdown sulle intenzioni della proprietà sul futuro della struttura, sui suoi livelli occupazionali con o senza l’utilizzo dei CDR. A parer mio (ma ribadisco il punto di vista è squisitamente personale) se costoro usano la leva dei livelli occupazionali per avvelenarci tutti (mi si perdoni la franchezza ma su questo argomento non posso e non voglio essere ipocrita) per mantenere ridottissime maestranze per qualche anno, allora sarebbe assai utile aprire, senza indugio, un tavolo tecnico  con gli Enti locali e regionali coinvolti,  le rappresentanze dei lavoratori interni e dell’indotto e finalmente cominciare ad esercitarsi su una riflessione (nel fecondo solco delle esperienze consimili nel nordest del Paese) su una sana riconversione della struttura che possa, in un immediato futuro, salvaguardare i livelli occupazionali o addirittura incrementarli e, nel contempo, evitare malattie endemiche, che oggi non appaiono sottovalutate, ma più semplicemente sottaciute.
Allora coraggio, tutti insieme, maggioranza e minoranze, riposti i bicchieri di cristallo con cui i vincitori hanno brindato alla vittoria, si cominci seriamente a pensare di fornire una chiara risposta ad una domanda di salute e benessere che sino ad oggi ha ricevuto soltanto assordanti silenzi.
Buona vita a tutti.

2 commenti:

Andrea Breda ha detto...

Caro William, sono d’accordo con te sull’affermazione circa la sussumibilità dell’elettorato passivo di Scafa al partito di Bersani, ma tu mi insegni che un conto sono le elezioni amministrative e un conto sono le elezioni politiche. Tra l’altro la crisi di ideologie dei partiti politici degli ultimi anni ha frammentato notevolmente la coscienza dell’elettore, che ormai questi si riconosce solo nella categoria che meglio lo rappresenta al momento del voto. Inoltre, anche la disamina della semplice somma algebrica dei voti ottenuti tra gli schieramenti in campo, rispetto ai voti conseguiti nella precedente consultazione amministrativa, mi sembra una strada minata e difficile da percorrere, legata tanto alla riduzione degli eleggibili, quanto ai pochi volti nuovi.
Dal mio punto di vista l’analisi del cambiamento richiesto dalla popolazione deve necessariamente partire da Scafa in re ipsa e dai suoi Senatori. Ormai, a differenza tua, non sono più un cittadino di Scafa da circa 20 anni, anche se ne seguo volentieri le vicende, ma ogni volta che torno al “paesello” mi sembra che il tempo si sia fermato e, degrado a parte, non trovo novità, anzi… Mi chiedo e ti chiedo: chi erano i Senatori del governo locale in tutto questo periodo, senza soluzioni di continuità? A me sembra che la volontà elettorale uscita dalle urne sia più la voglia di un’alternativa a un Amministrazione ormai stanca e svuotata. I Senatori hanno male amministrato e non sono stati giustificati.
Totalmente diverso dai Senatori di Scafa mi sembra il tuo atteggiamento. Da buon amministratore di un comune confinante ti preoccupi giustamente delle intenzioni dell’establishment dell’Italcementi sul futuro dell’opificio, tanto da aprirne una piccola discussione. Mi auguro di sbagliare, ma Scafa è il suo leviatano e il leviatano è Scafa. Questo piccolissimo paese convive da troppo tempo con il mostro e ormai le due cose sono saldate in maniera indissolubile. il Cittadino è troppo legato al prodotto finito che si è cementificato! Negli ultimi 20-30 anni si potevano e si dovevano trovare delle valide politiche alternative per modificare il ruolo di Scafa nella Valpescara, pensare a un paese senza cementificio, costruire una città di servizi, ma purtroppo il treno è passato e stante la crisi, nel breve periodo, non sarà facile modificare le politiche economiche sostenute nel passato. Quindi, a mio avviso, nessuna conferenza di servizi riuscirà a spostare le attuali dinamiche produttive dell’Italcementi. Anche se la forza di più Comuni e di ragazzi in gamba come te...

Wiliam Carestia ha detto...

Caro Andrea
innanzi tutto ciao. Spero stiate tutti bene. Grazie per gli immeritati complimenti che mi hai partecipato.
In ordine alla problematica dell'Italcementi, il mio cruccio è presto spiegato. A quanto pare, si usa l'arma della riduzione delle maestranze se non dovessero ottenere di utilizzare negli altiforni i CDR e DCR-Q. Anche volendo per assurdo (e ribadisco per assurdo) transitare sulle ripercussioni sanitarie di questo utilizzo, senza alcun beneficio per la collettività (come in altre numerose esperienze municipali) il dramma è che comunque costoro non forniscono chiare garanzie sulla loro permanenza a Scafa. Mi spiego meglio: dopo il danno, non vorrei ricevere anche la beffa che dopo ulteriori quattro o cinque anni attività ad alto richio per la salute, non decidano di delocalizzare magari in Egitto e lasciare comunque a casa i poveri lavoratori. Atteso che non sarebbe la prima volta che questo accade in situazioni consimili e visto i tempi che viviamo, sarebbe quantomeno opportuno conoscere i piani aziendali di lorsignori, non per venire a conoscenza dei loro piani aziendali, ma quantomeno per valutare quale nuovo futuro dovrà essere pianificato per il territorio scafese.
Ciao Caro e speriamo di vederci presto.