mercoledì 9 novembre 2011

Matteo Renzi il Rottamatore o Angelino Alfano la Colomba... basta che siano giovani!





Cari Amici del Pensatoio di Wiliam, nello scusarmi per la mia lunga latitanza dal blog, vorrei oggi pizzicare delle corde che ritengo care a tutti. In questi giorni tumultuosi, si respira nell’aria un grande desiderio di cambiamento nella politica, nell’economia e nella società. Il nostro Paese e quindi la nostra cara Regione, la nostra Provincia, la nostra vita di tutti i giorni è pervasa da timori, preoccupazioni ed incertezza per il futuro. Ovviamente questo piccolo amministratore locale di provincia, questo ignorante pensatore del web, non gode di quella illuminazione sufficiente a gettare un fascio di luce su quale sarà il futuro e soprattutto fornire la risposta sul se e sul come riusciremo a mantenere i nostri standard di benessere, atteso che, assieme alle incerezze sulle manovre di governo di queste ore, incombe come uno spettro il timore di un tracollo economico italiano e con esso quello del nostro benessere sociale.

Ma una cosa penso di saperla. Che sia centro destra o centro sinistra questa classe dirigente di geronti e dinosauri è, ciascuna per parte sua, responsabile dello stato attuale delle cose. Certo la colpa non è di Berlusconi, dei suoi Ministri o della maggioranza che lo sostiene. Altrettanto vero è che la responsabilità di questa sciagurata situazione, non possa essere addebitabile a Bersani, al Partito Democratico o a Vendola, Di Pietro, Casini e compagnia cantante. Ma di un fatto si può essere certi: costoro, tutti assieme, sono stati i protagonisti degli ultimi vent’anni e più dello scenario politico della nostra Nazione e, ciascuno per sua parte, ha sulla coscienza un pezzettino di responsabilità di ciò che sta accadendo e ciò che accadrà. Mi fanno ridere le domande e le risposte fornite nei talk show di questi giorni in cui tutti, soprattutto i dinosauri ante prima Repubblica, si presentano come il nuovo, tutti pronti a propinare la ricetta benefica che dovrebbe salvare lo stivale malato, quando in passato ne sono stati tutti corresponsabili coscienti ed impenitenti.
Ben venga allora, qualunque sarà il nostro futuro, il Cambiamento (sì la “C” maiuscola non è messa lì a caso) può essere la nostra salvezza. Arriveranno elezioni in primavera e sarà di nuovo il trionfo del centro sinistra? Ok! Allora che sia Matteo Renzi ad essere messo alla prova con la Sua freschezza, la Sua franchezza e perché no: la Sua incoscienza, ma lasciando a casa tutti i geronti del PD, del SEL, dell’IdV etc., promuovendo una classe di giovani trentenni e quarantenni alla prima esperienza, magari in costante contatto con un collegio extraparlamentare di probiviri, composto dai giganti del passato (i vari D’Alema, Parisi, Marini, Di Pietro e via dicendo). Rovesciamo lo scenario: sarà di nuovo la volta del centro destra? magari, ed allora: forza Alfano, siamo tutti con te...! ma ti prego lasciamo a casa (vista Colosseo) i soliti noti, ed anche tu circondati di giovani capaci come Te e vediamo cosa sei capace di fare.
Come qualcuno dei miei più intimi sa, sono uno di quelli che non farà mai carriera politica perché nella provincia in cui abito, c’è l’usanza di candidare per tre, quattro, cinque volte di seguito la stessa persona, prescindendo dall’appartenenza o meno al partito, perché sennò come si fanno a raggiungere i contributi previdenziali minimi? Magari andando a lavorare dopo aver servito per un breve periodo l’amministrazione del territorio? Giammai! Gli altri devono andare a sgobbare tutti i giorni, costoro invece sono stati unti dal Signore a vita (magari non proprio Nostro Signore, ma un Senatore che li raccomanda o peggio li impone nel collegio) .
No! secondo me le cose non dovrebbero andare così. In Parlamento, nelle Regioni, nelle defunte Provincie o nei Comuni, quando chiunque abbia fornito il suo "prezioso" contributo personale per dieci anni, deve ritornare alla vita privata o assurgere ad un livello di governo superiore, se ne ha le capacità (personali ed elettorali) e non inquinare quello strapuntino a vita, imponendo ad altri, magari giovani con idee e capacità, di attendere pazientemente ed educatamente un turno che, grazie a questo sistema, non arriverà mai. Così come non arriverà mai uno straccio di cambiamento, ovvio!
Allora Forza Renzi, bravo,! Coraggio Angelino! Mi piace questa voglia di fare piazza pulita di quelli che ad ogni elezione sembrano nuovi, ma neanche se li lavi con Perlana nessuno ci crede più. Magari anche un Renzi in Abruzzo non sarebbe poi così male, riusciremmo forse a liberarci di personaggi che sanno di stantio ma hanno sempre in tasca il sacchetto di naftalina, pronta per ogni evenienza.
Buona vita a tutti.

lunedì 30 maggio 2011

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2011: LA MORTE DEI SATRAPI









Cari amici del Pensatoio, colgo l’occasione dell’esito conclusivo delle elezioni amministrative per postare una breve riflessione che spero vogliate condividere e commentare.




La fine dello strapotere del centrodestra in una città simbolo come Milano, la larga vittoria dell’ex Pubblico Ministero De Magistris a Napoli, sono la dimostrazione che è imploso un sistema la cui deflagrazione propagherà i suoi effetti ben al di là dei municipi di appartenenza.




L’appeal del centrodestra sugli elettori pare esaurito anche in Abruzzo, dove sia nei grandi Comuni (ad esempio Lanciano e Francavilla al Mare) come nella maggioranza dei piccoli, le amministrazioni civiche si sono tinte di rosso.




Ma la riflessione che mi sta a cuore non è quella riguardante il dato meramente statistico, che è sin troppo chiaro, quanto l’analisi su chi sia il vero vincitore. Infatti nelle grandi città a vincere sono stati esponenti non designati dal centrosinistra classico con le primarie bensì candidati espressione di partiti appartenenti a quell’area ma conflittuali con questi (Pisapia e De Magistris in prima fila).




Allora, il vero vincitore non è il centrosinistra (anche se politicamente verrà ovviamente letto così) ma la protesta e la ribellione verso un sistema di apparato, autoreferenziale, fine a se stesso ed al suo potere che per un pezzo non ha ascoltato i cittadini e questi alla fine si sono stufati e li hanno puniti.





Il voto è confluito verso colui che rappresentava il nuovo, la rottura, un cambiamento (badiamo non il cambiamento), l’importante era disarcionare il satrapo che dopo aver ricevuto la sua satrapia alle precedenti elezioni, si era completamente dimenticato il suo ruolo fondamentale, quello di essere innanzi tutto l’orecchio attento delle esigenze dei cittadini. A nulla valga dire che non ci sono i soldi, le risorse finanziarie al lumicino, che le autonomie locali sono alla canna del gas: il cittadino queste cose già le sa! Però pretende (e ne ha ben donde) di essere interpellato, ascoltato, fatto partecipare ai processi amministrativi cittadini, anche se poi non tutto può essere realizzato o portato a termine.




Purtroppo questo è mancato a molte amministrazioni ed a molti sindaci, soprattutto del centrodestra,che hanno scambiato il mandato popolare con una investitura per diritto di sangue. Fortunatamente, come dico sempre… il bello delle elezioni e che prima o poi si rivota!




Non ci resta altro che attendere e capire se, una volta morti i satrapi, i loro successori avranno in dote una memoria più longeva … ad majora




Buona vita a tutti.

domenica 20 marzo 2011

PEDAGGIO ASSE ATTREZZATO: SCUSATEMI MA CONTINUO A NON CAPIRE!


Cari Amici del Pensatoio di Wiliam, io forse sarò un po’ duro di comprendonio o semplicemente beato nella mia infinita ignoranza ma, in ordine alla vicenda del pedaggio dell’asse asse attrezzato Chieti-Pescara, continuo a non capire.

Il decreto con il quale è stato imposto questo insulso balzello che disastrerà le tasche dei cittadini della Val Pescara è un atto del Governo che, con una decisione unilaterale ha imposto un cofinanziamento della manutenzione stradale in favore dell’Ente gestore, cioè l’ANAS.

Bene sin qui le assurdità sono abbastanza chiare. Quello che non mi è chiaro riguarda le decine di riunioni che si sono susseguite e si stanno susseguendo in questi giorni tra i Presidenti delle Province di Chieti e Pescara, i Sindaci delle città collegate dallo storico asse stradale ed i vertici dell’ANAS locali e centrali, nonché le sterili riunioni delle segreterie dei partiti provinciali di centro-destra e centro-sinistra.

E’ ovvio che nessuno desideri l’introduzione di questo odioso balzello che costerà (previsioni alla mano) circa novecento euro all’anno per ogni automobilista. E’ altrettanto ovvio che in ogni assemblea civica, comunale, provinciale, regionale o più semplicemente segreteria di partito, fuoriesca l’unanime volontà politica di opporsi alla gabella.

Quello che non capisco però è: tutte queste riunioni a cosa servono? Ma queste assemblee deliberative riunite attorno ad un tavolo, in merito a questo ordine del giorno, cosa possono decidere concretamente? A ben riflettere la mesta risposta a questi due semplici quesiti è tanto semplice quanto inesorabile: nulla!

La riflessione immediata ed altrettanto inesorabile è invece un'altra. Il Governo ha necessità di soldi, un disperato bisogno e, visto che c’è un’economia stagnante che fa il paio con un’evasione fiscale elevatissima, l’unico modo di fare entrare soldi nelle patrie tesorerie è quello di attingere dalle tasche del singolo cittadino. Da qui, una delle poche entrate certe è la gabella stradale, alla quale – galeotti i sistemi di foto rilevamento – nessuno potrà sottrarsi. Del pari, altrettanto ovvio è che, fra le varie opzioni escogitate per far entrar soldi all’erario, talune sono percorribili, altre meno, anche in virtù delle resistenze più o meno forti opposte dai parlamentari (che dovrebbero essere espressione del territorio) che sarebbero politicamente e moralmente investiti dell’obbligo di opporsi all’introduzione in decreto di sciagurate norme che penalizzano i territori che li hanno eletti (o meglio che hanno votato il partito politico che li ha messi nelle liste bloccate).

Ed eccoci giunti al punto. Gli unici che possono (rectius devono) opporsi al decreto che introduce il pedaggio, sono i parlamentari abruzzesi: solo loro hanno il potere di fare pressione sul Governo, soprattutto in un periodo in cui questo, nessuno me ne voglia, non gode propriamente di ciò che si definisce un buono stato di salute. Anzi diciamo che è attaccato all’ossigeno e che la bombola è quasi finita. Sono i nostri Deputati e Senatori della Repubblica a dover esercitare pressioni presso i Ministri competenti, anche agitando lo spauracchio della sfiducia al Governo se si prevede di introdurre norme che massacrano i loro territori. Così avrebbero anche la possibilità di rendersi utili all’Abruzzo, visto che per il momento, aiutatemi se pecco di amnesia, non hanno fornite grosse manifestazioni in tal senso.

Bene l’assemblea della segreteria del PD che si oppone al Decreto, bene il Presidente Testa che si reca dal Presidente dell’ANAS Pietro Ciucci, bene tutto, ma tutto inutile. Ci deve pensare chi sostiene in Parlamento il Governo, chi può e deve esercitare pressioni in difesa del territorio (vedi i Leghisti: che forza!).

Invece gli unici che non hanno intrapreso iniziative forti e men che meno utili sono proprio loro. E pensare che se lo facessero potrebbero diventare degli eroi in patria. Ma che dico… diverrebbero martiri! È vero proprio dei poveri martiri kamikaze. Chiedo venia, ho parlato senza riflettere. La maggior parte di loro (non tutti, sia ben chiaro) è lì perché è stata nominata ma in realtà, in un sistema elettorale normale regolato da una legge elettorale normale, non sarebbe eletto neanche nella propria assemblea condominiale. Quindi se prova a ribellarsi al sistema rischierebbe di non essere rimesso in lista la prossima volta e, quindi, di andare a casa. Allora i nostri rappresentati a Roma hanno compiuto una scelta dolorosa ma efficace: stiamo zitti tanto quando ritorniamo in Abruzzo , il pedaggio dell’asse attrezzato percorso a bordo delle nostre auto blu sarà a carico della Camera dei Deputati… gira che ti rigira, pagano sempre i poveracci cioè noi!

Buona vita a tutti!

mercoledì 2 febbraio 2011

Allargare il Governo... prima pensiamo agli Italiani


Cari amici del Pensatoio, con disagio apprendo le ultime dichiarazioni del Premier, in cui egli ritiene sia necessario potenziare la compagine di Governo. Questa dichiarazione la si può leggere come un ambigramma: leggendola al contrario significa che bisogna concedere altre poltrone a chi sosterrà l'attuale maggioranza.
Premesso che ero io il primo a dire che tutti dobbiamo essere indulgenti con questo Governo che ha tenuto i conti sotto controllo e che per primo - essendo un lavoratore dello Stato - mi rendo conto di essere un piccolo privilegiato e che quindi devo tacere se mi bloccano lo stipendio per tre anni con tutto ciò che ne consegue.
Ero il primo a dire che la sanità in Abruzzo, dopo anni di Bengodi per tutte le amministrazioni regionali che si sono susseguite, ha bisogno di essere ottimizzata (non falcidiata) e che quindi bisogna essere indulgenti su alcuni tagli che si rendono necessari per raggiungere lo scopo.
Ero il primo a dire che alcuni piccoli privilegi come le pensioni baby dovevano essere riviste perchè il sistema pensionistico italiano era sull'orlo del precipizio.
PERO' cari Amici, del pari voglio gridare che non mi sta bene che la promessa di dimezzare i costi della politica romana non sono stati rispettati e non lo saranno, che coloro i quali ricoprono questi ruoli si sono abbassati gli emolumenti solo del 5% e che nulla è stato toccato per quel che riguarda la logistica che ruota intorno al sistema politco centrale (il vero costo della politica).
ORA non mi sta bene che per accontentare qualcuno che entra nella maggioranza, bisogna addirittura allargare il numero dei ministri: questo, converrete con me, è veramente troppo!!!
ALLORA, siccome è pacifico che almeno il 95% degli Italiani stanno stringendo la cinta (per qulli che ce l'hanno ancora),che i servizi stanno venendo tagliati o rimessi sul groppone degli Enti Locali che fra non molto saranno costretti a recarsi ai Monti di Pietà, che ogni giorno leggiamo di crescente disoccupazione con tutto lo strascico di disperazione e malessere che questa comporta,

FORSE SAREBBE' ALTRETTANTO GIUSTO CHE LA POLITICA, A TUTTI I LIVELLI, FORNISCA UN'IMMAGINE DI RINNOVATA SOBRIETA' E SOLIDARIETA' VERSO IL POPOLO CHE RAPPRESENTA, IN PRIMIS VOTANDO UNA LEGGE COSTITUZIONALE CHE DIMEZZI IL NUMERO DEI PARLAMENTARI, PREVEDENDO PER QUELLI CHE RESTANO IL DIMEZZAMENTO DEGLI EMOLUMENTI, COSI' COME LA RIDUZIONE DEL 50% DELLE AUTO BLU, DEL NUMERO DEI PORTABORSE, DELLE CONSULENZE E DELLE COLLABORAZIONI. INOLTRE DATO CHE LA PREVIDENZA RIGUARDA TUTTI, ELIMINARE OGNI PRIVILEGIO PENSIONISTICO OGGI RICONOSCIUTO AI PARLAMENTARI, ATTESO CHE I PARLAMENTI GODRANNO COMUNQUE DI UNA PENSIONE MAGGIORE, VISTO CHE I VERSAMENTI EFFETTUATI DURANTE IL MANDATO - INDICIZZATI AGLI EMOLUMENTI PERCEPITI - ALZERANNO SICURAMENTE LA QUOTA CONTRIBUTIVA DELLA PENSIONE.

Così facendo, non si risolveranno i problemi che avviluppano la nostra cara Italia, ma sicuramente per i cittadini che al mattino si destano per andare a lavorare, sarà meno dura digerire il pedaggio dell'asse attrezzato, i dieci mesi di attesa necessari per un esame oncologico, il blocco degli stipendi, gli otto anni di media necessari per ottenere giustizia nei processi civili, il costo della benzina in Abruzzo che, grazie agli aumenti resisi necessari per ripianare il bilancio sanitario, costa più che in tutta Europa (Grecia compresa), etc. etc. etc.
Buona vita a tutti.

venerdì 21 gennaio 2011

Povera Regione nostra!


Inizia il 2011 e dopo aver fatto il botto con lo spumante, siamo ripiombati nei problemi che speravamano ci lasciassero insieme con l’anno che se ne appena andato. Purtroppo però non è così, anzi sembra che quello al quale andiamo incontro sia ancor più nero di quello andato.

Neanche il tempo di svuotare la calza della Befana e, come quando ci si risveglia da un sonno rigenerante, i cattivi pensieri tornano ad avvilupparci come una cappa di fumo densa e maleodorante.

L’aumento della benzina (2,5 cent per litro) per actum principis della Regione, altro piccolo balzello da sommare ai vari tagli e taglietti, tutti tesi a rimettere in piedi il servizio sanitario regionale, che da sempre malconcio, ora presenta il suo conto tutto in una volta.

Ma siccome andare a lavorare in macchina, soprattutto per noi residenti in Val Pescara è e deve considerarsi un lusso, ecco allora che ritorna prepotentemente alla ribalta il pedaggio sull’asse attrezzato, altra vergogna che viene osteggiata e combattuta da tutti i nostri rappresentati politici (insieme ai cittadini) ma di cui si percepisce la netta sensazione di ineluttabilità.

Gli aquilani non stanno messi molto meglio, atteso che per strappare un’ulteriore proroga per il pagamento delle imposte e tasse, hanno dovuto quasi improvvisare un golpe al palazzo sede del Consiglio Regionale del capoluogo di Regione, altrimenti sarebbe caduta sulle loro teste una ulteriore bastonata dagli effetti incalcolabili.

Se poi, andando più nel concreto, la disoccupazione – in particolar modo quella giovanile – è in crescita verticale, che le tariffe sui servizi – in primis quello dei trasporti – hanno subito aumenti quasi a due cifre e che nel contempo qualitativamente tendono ad offrire standard non propriamente d’eccellenza, non vi è all’orizzonte un’opera infrastrutturale seria che sia stata riservata all’Abruzzo, allora possiamo avere un quadro – a tinte fosche – di come siamo ridotti.

Ma allora, cari amici, mi direte, sei il solito pessimista catastrofista che come tanti se la prende con gli esponenti della politica regionale e provinciale che scaldano solo la sedia, che pensano solo agli affari loro mentre la nostra “Regione Giardino” si sa trasformando in una latrina.

No Amici, se state interpretando così il mio pensiero, mio malgrado vi devo dire che vi state sbagliando.

Questa volta mi sento di dire che la politica degli Enti locali e della Regione Abruzzo, anche se migliorabile e perfettibile non c’entra. La quasi totalità della responsabilità , a mio avviso sono in chi dovrebbe difendere i nostri interessi nei piani alti della politica romana.

Se escludiamo l’unico uomo che per storia, tradizione e capacità è in grado di tutelare veramente l’Abruzzo a Roma, che non è altri che il mio mito personale, il dott. Gianni Letta, gli altri Onorevoli e Senatori sono come le temperature delle previsioni del tempo: non pervenuti.

Premesso che da buon Doroteo sono consapevole che uomini dello spessore del tanto vituperato Remo Gaspari da Gissi non ne fanno più, sono altrettanto consapevole che i rappresentanti che abbiamo oggi sono ben al di sotto di molti colleghi, soprattutto dei leghisti nelle regioni del Nord, che difendono i loro territori col coltello fra i denti, minacciando di mettere in crisi il Governo se dovessero passare atti normativi invisi ai loro territori. Un esempio per tutti, se ben ricordate, la famosa storia della moratoria ottenuta dai leghisti per il pagamento delle quote latte. Ora prescindiamo dalla legittimità o meno di questo provvedimento che in se non rappresenta il massimo dell’etica politica, ma è un fulgido esempio della difesa delle istanze del territorio e di chi vi lavora con sacrificio ed orgoglio. Sono sicuro che se lo stesso problema si fosse verificato in Abruzzo, non solo avremmo dovuto pagare subito, ma anticipando anche gli interessi.

Purtroppo sia questa legge elettorale, sia il particolare momento storico, tranne rarissime eccezioni, non sono il terreno di cultura più favorevoli per far venire fuori degli statisti abruzzesi di alto profilo, in grado di coniugare conoscenza profonda del territorio con vere capacità politiche, capaci di strappare a Roma una vero programma di infrastrutture o un piano di rientro veramente sostenibile per la sanità.

Nonostante tutto non me la prendo con i nostri parlamentari, atteso che molti di loro non hanno la benché minima conoscenza del territorio e con un sistema elettorale normale, non avrebbero i numeri neanche per essere eletti come consigliere comunali neanche nelle municipalità dove risiedono… quindi che cosa gli vogliamo far difendere! La colpa non è loro ma di questo sistema lontano dalle istanze e necessità della terra che dovrebbero rappresentare.

E allora, rispolverando l’adagio popolare che era meglio quando si stava peggio, giungiamo le mani e preghiamo che nel prossimo futuro, la terra d’Abruzzo partorisca un nuovo Zio Remo, per finire di recitare la parte delle comparse occasionali del palazzo e riprenderci il ruolo che ci spetta: quello di Attori nello scenario politico del medio adriatico e porta d’oriente della Capitale… ops scusate, non me n’ero accorto, stavo pensando alta voce!!!

Buona Vita