
Il decreto con il quale è stato imposto questo insulso balzello che disastrerà le tasche dei cittadini della Val Pescara è un atto del Governo che, con una decisione unilaterale ha imposto un cofinanziamento della manutenzione stradale in favore dell’Ente gestore, cioè l’ANAS.
Bene sin qui le assurdità sono abbastanza chiare. Quello che non mi è chiaro riguarda le decine di riunioni che si sono susseguite e si stanno susseguendo in questi giorni tra i Presidenti delle Province di Chieti e Pescara, i Sindaci delle città collegate dallo storico asse stradale ed i vertici dell’ANAS locali e centrali, nonché le sterili riunioni delle segreterie dei partiti provinciali di centro-destra e centro-sinistra.
E’ ovvio che nessuno desideri l’introduzione di questo odioso balzello che costerà (previsioni alla mano) circa novecento euro all’anno per ogni automobilista. E’ altrettanto ovvio che in ogni assemblea civica, comunale, provinciale, regionale o più semplicemente segreteria di partito, fuoriesca l’unanime volontà politica di opporsi alla gabella.
Quello che non capisco però è: tutte queste riunioni a cosa servono? Ma queste assemblee deliberative riunite attorno ad un tavolo, in merito a questo ordine del giorno, cosa possono decidere concretamente? A ben riflettere la mesta risposta a questi due semplici quesiti è tanto semplice quanto inesorabile: nulla!
La riflessione immediata ed altrettanto inesorabile è invece un'altra. Il Governo ha necessità di soldi, un disperato bisogno e, visto che c’è un’economia stagnante che fa il paio con un’evasione fiscale elevatissima, l’unico modo di fare entrare soldi nelle patrie tesorerie è quello di attingere dalle tasche del singolo cittadino. Da qui, una delle poche entrate certe è la gabella stradale, alla quale – galeotti i sistemi di foto rilevamento – nessuno potrà sottrarsi. Del pari, altrettanto ovvio è che, fra le varie opzioni escogitate per far entrar soldi all’erario, talune sono percorribili, altre meno, anche in virtù delle resistenze più o meno forti opposte dai parlamentari (che dovrebbero essere espressione del territorio) che sarebbero politicamente e moralmente investiti dell’obbligo di opporsi all’introduzione in decreto di sciagurate norme che penalizzano i territori che li hanno eletti (o meglio che hanno votato il partito politico che li ha messi nelle liste bloccate).
Ed eccoci giunti al punto. Gli unici che possono (rectius devono) opporsi al decreto che introduce il pedaggio, sono i parlamentari abruzzesi: solo loro hanno il potere di fare pressione sul Governo, soprattutto in un periodo in cui questo, nessuno me ne voglia, non gode propriamente di ciò che si definisce un buono stato di salute. Anzi diciamo che è attaccato all’ossigeno e che la bombola è quasi finita. Sono i nostri Deputati e Senatori della Repubblica a dover esercitare pressioni presso i Ministri competenti, anche agitando lo spauracchio della sfiducia al Governo se si prevede di introdurre norme che massacrano i loro territori. Così avrebbero anche la possibilità di rendersi utili all’Abruzzo, visto che per il momento, aiutatemi se pecco di amnesia, non hanno fornite grosse manifestazioni in tal senso.
Bene l’assemblea della segreteria del PD che si oppone al Decreto, bene il Presidente Testa che si reca dal Presidente dell’ANAS Pietro Ciucci, bene tutto, ma tutto inutile. Ci deve pensare chi sostiene in Parlamento il Governo, chi può e deve esercitare pressioni in difesa del territorio (vedi i Leghisti: che forza!).
Invece gli unici che non hanno intrapreso iniziative forti e men che meno utili sono proprio loro. E pensare che se lo facessero potrebbero diventare degli eroi in patria. Ma che dico… diverrebbero martiri! È vero proprio dei poveri martiri kamikaze. Chiedo venia, ho parlato senza riflettere. La maggior parte di loro (non tutti, sia ben chiaro) è lì perché è stata nominata ma in realtà, in un sistema elettorale normale regolato da una legge elettorale normale, non sarebbe eletto neanche nella propria assemblea condominiale. Quindi se prova a ribellarsi al sistema rischierebbe di non essere rimesso in lista la prossima volta e, quindi, di andare a casa. Allora i nostri rappresentati a Roma hanno compiuto una scelta dolorosa ma efficace: stiamo zitti tanto quando ritorniamo in Abruzzo , il pedaggio dell’asse attrezzato percorso a bordo delle nostre auto blu sarà a carico della Camera dei Deputati… gira che ti rigira, pagano sempre i poveracci cioè noi!
Buona vita a tutti!
1 commento:
perfettamente daccordo caro pensatore... ma non fai parte anche tu di quella schiera???
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