
lunedì 20 settembre 2010
CDR da utilizzare presso il Cementificio di Scafa: non lasciamo solo il Dott. D'Ercole

domenica 5 settembre 2010
AUTOVELOX: NON SI PUO’ AVERE LA BOTTE PIENA E LA MOGLIE UBRIACA!

Abbiamo tutti insieme rabbrividito a vedere mamme investite con il passeggino sulle strisce pedonali, Carabinieri investiti ai posti di controllo, operatori stradali falciati dai tir, ciclisti investiti alle spalle e lasciati morire agonizzanti sul ciglio della strada, motociclisti disarcionati dalle loro moto, etc. Per non parlare delle ormai famose stragi del sabato sera, in cui la media di 3/4 ventenni a settimana muoiono a causa dell’alta velocità e dell’uso/abuso di alcool e sostanze stupefacenti.
Purtroppo, noi Italici, soffriamo della sindrome della doppia personalità: se da una parte proviamo sentimenti di odio e riprovevolezza quando ascoltiamo dell’ultimo pirata della strada che ammazza l’ignaro padre di famiglia che si reca a lavoro (forse perché in quel momento ci immedesimiamo con la vittima e realizziamo che nessuno è immune dal pericolo), per contro proviamo il medesimo sentimento di odio nei confronti di ogni strumento di controllo e repressione alle infrazioni del codice della strada.
Uno degli strumenti più odiati e che più assurge agli onori delle cronache è sicuramente l’autovelox. Questa apparecchiatura “infernale” usata per controllare i potenziali Schumacher al volante e per elevare nei loro confronti sanzioni esemplari (sino al ritiro della patente) è visto con sospetto da tutti, perché ritenuto mezzo per fare cassa da parte dello Stato, delle Provincie e dei Comuni e non un deterrente alle infrazioni.
Otto automobilisti su dieci, incontrando la segnaletica (ormai vistosissima) che preannuncia un autovelox, ha nell’ordine i seguenti pensieri che gli passano per la testa: “fammi rallentare che ci starà qualche figlio di…..”, oppure “si sono rimessi quei ladri del comune per alleggerirmi il portafogli”, oppure “stavolta scendo e lo prendo a calci quel parassita di vigile…” e così andando.
Nessuno pensa mai però che, dall’esperienza autovelox sulle strada statali, vi è stata nelle ore diurne un abbassamento dell’incidentalità di circa il 50 % e che vi sono stati numerosissimi ritiri di patente.
Ora cari amici, dobbiamo decidere, delle due l’una: non si può deprecare chi usa la strada per commettere veri e propri omicidi e ritenere i controlli (che comportano ovviamente sanzioni) un latrocinio autorizzato, altrimenti finiamo per giustificare i primi e non penso che tutti noi vogliamo questo.
Vieppiù che dopo aver ricevuto in notifica il verbale, il secondo passaggio è il ricorso al Giudice di Pace territorialmente competente, il quale, male che va, non addebita le spese. Ma qualora ciò avvenisse, la colpa non è mai dell’utente della strada che è consapevole di aver sbagliato e nonostante tutto chiede giustizia (a suo modo di vedere), se poi il Giudice lo condanna anche alle spese, apriti cielo! Siamo alla congiura ed allo Stato di Polizia.
Sono il primo ad ammettere che qualche volta, sempre per fretta, esagero con l’acceleratore! Capita a tutti a causa dei ritmi e degli impegni della società moderna. Qualora però dovessi incappare in un autovelox, mi renderei conto che quel controllo in cui sono mio malgrado capitato, che mi costerà due giorni di lavoro (sic!), forse sarà utile per educarne altri dieci come me e magari per ritirare la patente a qualcun altro che potenzialmente potrebbe con la sua guida dissennata uccidere un mio amico o un mio caro.
Allora, alla luce di ciò, forse ben vengano tutti i controlli e tutte le sicurezza offerte dalla tecnologia ed un buon lavoro alle forze dell’ordine, che anche se non ne abbiamo una percezione immediata, lavorano per la sicurezza stradale di tutti noi.
Buona Vita a tutti.