
Con l’ultimo estremo accordo di palazzo, nel quale è stato determinante l’intervento del Big dei big Franco Marini, si è concluso l’ultimo atto della farsa messa in scena dal Partito Democratico pescarese per l’elezione del suo segretario Provinciale. Illusi e presi in giro i 15.000 elettori (il cosiddetto popolo delle primarie) che il 17 gennaio scorso si sono recati a votare il loro segretario ed oggi si ritrovano una pizza che è quella scotta di sempre: il segretario non è stato scelto con lo strumento del ballottaggio – previsto dallo statuto nel caso che nessuno dei candidati superasse il 50% dei consensi – ma con una pastetta che vede impalmato il più votato (Antonio Castricone) ed il secondo degli eletti, ad una manciata di voti (Antonio Di Marco), sarà “segretario aggiunto” (figura che forse esiste nello statuto della CISL ma sicuramente non in quello del Partito Democratico!).
Per evitare l’inevitabile, cioè un “bagno di sangue” fra i delegati, che con ogni probabilità avrebbero sostenuto, anche se con minimi margini, Antonio Di Marco, creando una lacerazione insanabile nel Partito Democratico Pescarese e provocando significative fuoriuscite di protesta da parte di molti, si è scelto di inventarsi una carica inesistente nel nome della condivisione del programma e del bene dei cittadini… ma quando mai!
La verità è, ancora una volta, che le primarie sono una bufala e funzionano solo quando utilizzate per impalmare il più forte, dandogli la possibilità di disintegrare delle teste di legno messe lì solo per essere massacrate. Per contro, quando si confrontano veri candidati, il partito si spacca e si sfalda, escono fuori le storiche diversità (i democristiani sono un’altra cosa rispetto ai compagni!), e i vertici sono costretti ad inventarsi le cariche per sottoscrivere delle tregue tanto finte quanto instabili. Sì finte. Perché vi sarà nel PD del pescarese una tregua sino alla prossima decisione importante per il Partito, dove all’improvviso ballugineranno da sotto i tavoli delle trattative le lunghe lame dei coltelli, ringuainati momentaneamente per amor di Franco!
E’ altrettanto vero che per un partito che si logora lentamente, carente di leadership ed orfano dei suoi Patron, non ce n’è un altro in grado di colmare questo vuoto, atteso che il PdL, macchina da guerra a livello governativo, nel pescarese, tranne qualche eccellenza nelle città capoluogo, conta in provincia solo un esponente di profilo adeguato (il Sindaco D’Ottavio) e non dimentichiamoci che non v’è nessun candidato eletto né in Provincia, né in Regione. Praticamente il PdL in Val Pescara non figura nei diversi livelli di governo del territorio.
Da ciò la triste conclusione: loro litigano e si stanno cannibalizzando a vicenda, ma noi non siamo in grado di sostituirci a loro con una classe all’altezza… non so cosa sia più triste!
Buona vita a tutti.
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