domenica 24 gennaio 2010





DI MARCO VS CASTRICONE: QUANDO LE PRIMARIE FANNO MALE AL PD

Constatiamo in questi giorni che le più autorevoli redazioni hanno inondato di fiumi di inchiostro le pagine dei quotidiani locali, per informarci della querelle sulle elezioni primarie del PD, tenutesi domenica 17 gennaio, finalizzate ad eleggere il nuovo segretario provinciale del partito erede delle spoglie dell'ex partito della Margherita e dell’ex Partito Democratico.
Come da pronostico, le elezioni hanno sentenziato un risultato di sostanziale parità fra i due pesi massimi del partito, cioè Antonio Di Marco ed Antonio Castricone, due giovani promesse della politica abruzzese di cui ho il piacere di coltivare amicizia personale e le cui doti amministrative non sono messe in discussione.
Certo, lo scarto di una manciata di delegati fra i due, sta ponendo in forte imbarazzo sia i vertici abruzzesi sia quelli romani che, probabilmente a causa di uno statuto sin troppo aleatorio sull’argomento, non sanno come districare questa complicata matassa.
Sia che si voglia risolvere il problema con un’assemblea dei delegati (soluzione che darebbe ragione ad Antonio Di Marco), sia che si voglia tenere buoni i risultati del primo turno (in questo caso l’avrebbe vinta Castricone), questo esercizio di democrazia tutto di sinistra, produrrà, senza dubbio, una profondissima lacerazione nel partito che mai come in questo momento dovrebbe puntare a rimettere insieme i cocci prodotti dalle batoste elettorali subite quasi ovunque.
Da quanto leggo, i giganti del PD Regionale del Pescarese, ovvero i miei amici Luciano D’Alfonso e Donato Di Matteo, unitamente all’altro pezzo da novanta Ezio Di Cristofaro, si guardano bene dall’esporsi mediaticamente nella vicenda, atteso che, come vada vada, tutti o quasi usciranno politicamente vulnerati da questa vicenda.
Deduco da ciò che il tanto sbandierato utilizzo dello strumento americaneggiante delle primarie, funziona esclusivamente quando bisogna impalmare il solito leader indiscusso che viene messo a confronto con una testa di legno, quest'ultima messa lì in competizione con l’unico compito di consacrare il solito vincitore già conosciuto dall’inizio (vedi esperienza Veltroni).
Per contro, quando si confrontano veri candidati, oltre che ai soliti livori prodotti dalla competizione elettorale (cosa normalissima e oserei dire democratica) , ciò tende a produrre spaccature, fuoriuscite precoci dal partito, creazione di correnti riottose se non addirittura drastici cambi di direzione politica da parte di molti “Re rimasti senza Regno”.
D’altro canto, anche se non si può sostenere che nel PdL Pescarese tutto vada benissimo, quanto meno la scelta del migliore (o presunto tale) avviene senza spargimenti di sangue, forsanche perché, ad oggi, non si detiene ancora ha una classe dirigente consolidata sul territorio, certo è che i livori e le guerre interne sono molto meno accentuate.
Auguro al segretario Regionale del Partito Paolucci, che domani si recherà a Roma per risolvere “il sinistro problema“, di essere corroborato al meglio nella scelta dai suoi vertici capitolini, sicuramente però costoro non potranno sollevarlo dall’inevitabile, cioè una enorme emorragia di consenso nel PD pescarese e probabilmente anche qualche illustre fuoriuscita.

Buona vita a tutti.

giovedì 14 gennaio 2010



CASO DI MATTIA ALLA PROVINCIA DI PESCARA: NON SI PUO’ ESSERE BRAVI IN TUTTO!
Ho seguito con attenzione la querelle sulle regalie natalizie e sui rimborsi spesa alla Provincia di Pescara e la tempesta in un bicchier d’acqua procurata dal dott. Attilio Di Mattia, consigliere Provinciale eletto nelle fila dell’Italia dei Valori.
Non posso aimè vantare il privilegio della conoscenza personale del dott. Di Mattia ma so che sicuramente è un giovane uomo straordinario, con vasta cultura e competenza professionale e con un curriculum da fare invidia.
Nulla questio quindi sulla profilo personale e professionale, da cui c’è solo da prendere esempio, io per primo, ma la politica, purtroppo, è un'altra cosa!
Mi struggo al pensiero di come una persona così colta, dotata ed intellettualmente aperta possa soffrire in maniera così marcata dell’imprimatur ipocrita caratteristico della linea politica monotematica dell’Italia dei Valori.
La sterile quanto appiccicosa polemica sui rimborsi spesa (previsti dal TUEL e dai regolamenti) o sui regali natalizi donati alla Giunta da Guerino Testa od ai Sindaci della Val Pescara da parte del Presidente del Consigli Giorgio De Luca (attingendo dai fondi di bilancio all’uopo predisposti) dimostra quanto purtroppo vuota sia l’azione politica dell’Italia dei Valori in Provincia.
Per colpa (o per dolo) di un certo modo di far politica che instilla, giorno dopo giorno, nell’animo dei cittadini italiani, gocce di cianuro, al sol fine di metterli contro ogni tipo di consesso elettivo ad ogni livello, in Italia la politica sta morendo.
Prescindendo sull’opportunità dei pensieri natalizi, tradizione discutibile ma sicuramente lecita e perpetrata dall’epoca ante unità d’Italia, l’idea che donne e uomini che si impegnano in politica non debbano percepire i rimborsi spesa per i loro spostamenti o i gettoni di presenza quando presenziano alle assise in commissione consiliare e lo debbano fare completamente gratis è pura demagogia se non distillato di populismo.
Ritengo utile cingere idealmente la mano del dott. Di Mattia (che non ho il piacere di conoscere, ma spero molto presto di avere il privilegio di avere la sua conoscenza diretta e forse anche la sua amicizia) ed accompagnarlo sul sentiero della politica locale, forse a lui sconosciuto.
Invero, dalle posizioni prese, è desumibile ch’egli ritenga che la politica sul territorio si possa fare dall’estero, tornando a Pescara una volta o due al mese, semplicemente inviando un articolo al quotidiano “Il Centro d’Abruzzo” e facendo scoppiare una gazzarra mediatica tediosa e senza alcun senso.
Ciò mi può stare anche bene, atteso che il partito dell’Idv non è nuova a queste polemiche vuote e demagogiche, ma a lui dico che seppur stimato professionista nel mondo del lavoro, la politica va fatta sul posto, fra la gente, porta a porta, nel caseggiato, anche e soprattutto segnalando “i tombini rotti”, (benché, come dichiarato al quotidiano "Il Centro d'Abruzzo", ci sono già sin troppi consiglieri che lo fanno).
E' necessaria la presenza sul territorio, ascolto continuo dei cittadini, impegno giornaliero con e per la gente: questo è il compito di chi fa, ai diversi livelli, l’amministratore.
La nobiltà della politica sarebbe irrimediabilmente offesa e compromessa se si pensasse di poterla fare via Web o via Fax, da migliaia di chilometri di distanza.
Sicuramente il partito che ha candidato il dott. Di Mattia si è giovato del suo alto profilo personale, ma chi lo ha votato non ha, di fatto, rappresentanti sul territorio, l’Idv praticamente non ha in Attilio né un orecchio per farsi ascoltare né una voce per farsi sentire.
Per onorare il mandato conferito dagli elettori, non è sufficiente presenziare ad un Consiglio Provinciale al mese, prescindendo da chi rimborsa i viaggi da e per Vienna, discussione che lascio ai perditempo!
Il collegio di Montesilvano ha eletto una persona che, di fatto, non può partecipare ed apportare il suo prezioso contributo nelle commissioni consiliari ed a nulla valga il fatto che magari qualcuno le possa considerare inutili (chi le riteneva inutili non doveva candidarsi lasciando spazio a chi non le considerava tali).
Inoltre i vaticinii sull’istituzione di sedute consiliari via Web rischiano di offendere l’intelligenza dei cittadini: sin dai tempi di Marco Tullio Cicerone, nelle assemblee pubbliche è giuridicamente necessaria ed indefettibile la presenza fisica del membro dell’assise, specialmente quando si celebrano i consigli o riunioni in commissioni legalmente istituite. Non rovesciamo il Mondo, per favore! Come dire ai Parlamentari, non viaggiate più da tutta Italia per andare a Montecitorio o a Palazzo Madama, risparmiamo i soldi, questi palazzi potrebbero diventare musei, visto che tutto può esser fatto davanti ad un monitor!!!
La videoconferenza è strumento utilissimo ed efficace ma, in altre sedi e per altri scopi, non per la politica, perché l’eletto deve essere presente insieme con tutti gli altri colleghi per onorare il suo mandato, tutti i giorni che vanno dall’elezione alla carica sino allo spirare della consiliatura.
Ergo mi concedo di dispensare un consiglio al dott. Di Mattia: se vuole fare il consigliere provinciale, rinunci al suo lavoro e scenda in trincea così come fanno tutti gli altri amministratori locali e non si limiti a biasimare le condotte di chi, con la sua presenza, sta onorando il mandato conferito dai cittadini. Fatto ciò, allora sì potrà dare dimostrazione di coerenza aprendo una battaglia affinché la politica venga fatta gratis ed a spese degli eletti, che poi, per vivere, venderanno i loro gemelli d’argento con il logo della Provincia, cominceranno a recarsi alle commissioni con l’autostop ed fare un po’ di sano digiuno 365 giorni all’anno, cosicché l’Idv potrà finalmente arrogarsi il merito di aver estirpato il “magna magna” dalla politica Italiana.

Buona vita a tutti.

venerdì 8 gennaio 2010


Caso Teodoro al Comune di Pescara: e se prestassimo maggiore attenzione nel comporre le liste?

Le vicenda delle dimissioni dell’Assessore Gianni Teodoro dalla giunta comunale guidata dal bravo Sindaco Luigi Arbore Mascia, oltre che a stimolarci un senso di ripulsa, dovrebbero a mio avviso indurci ad una profonda riflessione.
Nei tempi difficili in cui viviamo, il ruolo delle amministrazioni locali, quale stimolo insostituibile alla ripresa economica, è quanto mai centrale.
Il sol pensare che un manipolo di uomini, eletto in una lista civica all’interno di uno schieramento politico che oggi è maggioranza in Municipio, sta artatamente provocando continue fibrillazioni in consiglio comunale ed addirittura che un’assessore ha rimesso le sue deleghe a motivo del fatto che il Sindaco (che ricordiamo è l’unico responsabile delle nomine dirigenziali) non ha supinamente obbedito al dictat sul nome di un dirigente da nominare, ci deve fare interrogare profondamente.
Ma viepiù. Lo stesso assessore dimissionario dal Comune, presenta circa duecento emendamenti alla seduta per l’approvazione del bilancio di previsione della Provincia di Pescara, salvo poi ritirarli dopo aver ottenuto maggiori risorse nei settori dell’ambiente, della cultura e dell’urbanistica. Nulla quaestio sui modi, d’altra parte la minoranza utilizza tutti gli strumenti a disposizione per far accogliere le proprie istanze! Ma no, sogno o son desto, il consigliere provinciale di cui parliamo fa parte della maggioranza, non sta all’opposizione!!! Allora scusate ma forse o sono io a non aver capito nulla o veramente c’è qualcosa che non va.
Dunque mi chiedo, non da amministratore locale, ma da cittadino: la colpa di tutto questo di chi è? Del consigliere che osteggia la sua stessa maggioranza in ogni consesso dove gli hanno dato la possibilità di essere assiso oppure, più a monte, di chi lo ha messo in lista alle elezioni, consapevole del fatto che per lui non fa alcuna differenza essere eletto nelle fila del centrodestra o del centrosinistra, l’importante è esserci e dettare ad ogni costo i propri personali diktat .
Bene ha fatto l’amico Arbore Mascia a tenere duro ed a sbattere la porta e se sarà necessario bene farà anche il Presidente Testa ad emularlo!
Certo è che questi atteggiamenti nuocciono gravemente all’amministrazione della cosa pubblica ed alla politica. Bisogna cominciare un’opera di riflessione più a monte, al momento della composizione delle liste elettorali. Non bisogna guardare esclusivamente al portafoglio voti che il candidato porterà in dote alla sua compagine elettorale, ma soprattutto al suo curriculum politico, per evitare di vincere ma immediatamente dopo il botto dello champagne cominciare ad offrire ai cittadini uno spettacolo inverecondo di cui, concedetemelo, di questi tempi, farebbero volentieri a meno.
Buona vita a tutti.