Cari amici del Pensatoio di
Wiliam, è giunto il momento di fare una riflessione “a freddo” sul risultato
delle ultime elezioni amministrative nel Comune di Scafa. Da amministratore che
si colloca al centro del centro-destra e che vanta fra le sue esigue qualità
sicuramente l’obiettività, non posso pretermettere un’analisi numerica obiettiva. L’amministrazione
uscente si è divisa sul candidato Sindaco da contrapporre alla lista “Il Bene
di Scafa”, capeggiata dall’insigne Avvocato Maurizio Giancola. Quest’ultima, al
contrario, si è presentata alle urne in guisa compatta e coerente. E’ certo
però che, esaminando i risultati, si può senza tema di smentita asserire che,
nonostante il valore indiscusso della lista riconducibile al centrodestra “classico”
e nonostante che la lista di Dino Marangoni non si presentasse all’appuntamento
elettorale con un consuntivo brillante, il divario dei consensi ottenuti da “Il
Bene di Scafa” e la somma di quelli ricevuti dalle due liste di centrosinistra,
avrebbe riconfermato queste ultime. Da ciò ne possiamo arguire, a parere di chi
scrive, che comunque Scafa ha un elettorato che in questo momento, come nel
recente passato, predilige liste e uomini che fanno riferimento all’area
politica riconducibile al partito di Bersani & C..
Ciò detto il cambiamento ha avuto
la meglio, considerando lo spessore indiscusso e l’onorabilità di un Sindaco
uscente (persona rispettabile, cordiale ed onesta, con una lista composta da
persone d’esperienza) ed uno spin-off dell’amministrazione uscente (giovane
imprenditore di razza, caparbio, capace e concreto, con un consenso personale
ritengo in assoluto maggioritario).
In fin della fiera, ad urne
riposte, possiamo dare con serenità il benvenuto ad un gruppo di uomini che ha
da sempre dimostrato amore ed attenzione per il territorio scafese, sempre
attento alle sue vicende e propositivo dal punto di vista politico.
Appunto per questo ultimo
aspetto, auspico che sia la maggioranza, sia gli uomini che oggi rappresentano
la minoranza in Consiglio Comunale, non abbassino la guardia sul problema che
oggi secondo il mio punto di vista rappresenta un nodo focale del territorio di
Scafa e di tutta la media Val Pescara: il cementificio e l’utilizzo dei CDR per
alimentare l’altoforno.
E’ ormai giunta l’ora dello showdown sulle
intenzioni della proprietà sul futuro della struttura, sui suoi livelli
occupazionali con o senza l’utilizzo dei CDR. A parer mio (ma ribadisco il
punto di vista è squisitamente personale) se costoro usano la leva dei livelli
occupazionali per avvelenarci tutti (mi si perdoni la franchezza ma su questo
argomento non posso e non voglio essere ipocrita) per mantenere ridottissime
maestranze per qualche anno, allora sarebbe assai utile aprire, senza indugio, un
tavolo tecnico con gli Enti locali e
regionali coinvolti, le rappresentanze
dei lavoratori interni e dell’indotto e finalmente cominciare ad esercitarsi su
una riflessione (nel fecondo solco delle esperienze consimili nel nordest del
Paese) su una sana riconversione della struttura che possa, in un immediato
futuro, salvaguardare i livelli occupazionali o addirittura incrementarli e,
nel contempo, evitare malattie endemiche, che oggi non appaiono sottovalutate,
ma più semplicemente sottaciute.
Allora coraggio, tutti insieme,
maggioranza e minoranze, riposti i bicchieri di cristallo con cui i vincitori
hanno brindato alla vittoria, si cominci seriamente a pensare di fornire una
chiara risposta ad una domanda di salute e benessere che sino ad oggi ha
ricevuto soltanto assordanti silenzi.
Buona vita a tutti.
